martedì 10 maggio 2016

Bruno Cornacchiola: "La Vergine della Rivelazione ci parla: Ascoltiamola!"

Nelle sue apparizioni la Vergine della Rivelazione spiega quelle verità di fede che da sempre fanno parte del tesoro della Chiesa, mettendo in risalto soprattutto tre punti che lei stessa chiama, a detta del veggente, «i tre punti bianchi dell'amore e dell'unità». Ella desidera che siano particolarmente richiamati, conosciuti e vissuti da tutti con impegno costante, perché queste verità di salvezza, da sempre combattute nel mondo, lo saranno ancora di più nell'avvenire, con grandissimo danno delle anime. Sono: l'Eucaristia, la Vergine Immacolata e il Papa. 
Sono chiamati «punti bianchi» perché le realtà che personificano hanno a che fare con il colore bianco. 

L'Eucaristia, prima di tutto. 
L'Eucaristia è Dio presente in quel pane transustanziato che dona la vita a chi lo mangia con fede, purezza e amore. La Chiesa ci insegna che «essa è il cuore e il culmine della vita della stessa Chiesa e accresce la nostra unione a Cristo e al suo corpo mistico. E il sacrificio di ringraziamento, sacrificio del corpo e sangue di Gesù, per perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il sacrificio della croce e per affidare alla Chiesa il memoriale della sua morte e risurrezione. Convito pasquale nel quale si riceve Cristo, l'anima viene ricolmata di grazia e ci è dato il pegno della gloria futura». È volontà di Gesù, che ha preso carne immacolata da Maria, che noi mangiamo santamente il suo corpo, dato in sacrificio per noi, e che l'ostia immacolata, realtà visibile dell'Amore nascosto, presente su tutti gli altari, venga continuamente adorata. Di fronte a questi insegnamenti della Chiesa, Bruno si domanda: «Può la Vergine cara chiederci cose diverse da quelle che il suo divin Figlio ci ricorda attraverso il suo Vicario? Ecco, allora, la Vergine della Rivelazione che, apparendo, ci spinge, ci implora a fare del nostro cuore il tabernacolo vivente nel quale deporre frequentemente, se possibile ogni giorno, l'Eucaristia, per fare un solo corpo con lui, in comunione con il prossimo, imitando il suo amore di figlia, di madre e di sposa. Questa , continua il veggente, è l'esperienza d'amore con Gesù eucaristico che la Vergine cara ci chiede, rimproverandoci di non fare una doverosa preparazione prima di prendere il suo divin Figlio, di non adorarlo con fede e amore mentre lo gustiamo; di essere tiepidi, affrettati, distratti, specialmente dopo, nel ringraziamento». 

Il secondo punto bianco richiama l'Immacolata
Bianco perché rappresenta la purezza totale della Vergine Immacolata. «Lei si presenta sotto vari titoli, ma il suo vero nome, come mi ha spiegato», dice Bruno, «è "piena di grazia"». Sappiamo come questa espressione indichi il suo essere colmata della santità di Dio, del suo Amore incommensurabile, della sua donazione. Lei è la «Tutta Santa», cioè colei che appartiene totalmente a Dio e che mai fu neppure sfiorata da peccato alcuno. Lei è l'immagine purissima di come dovrebbe essere ogni persona: talmente piena del suo Creatore da vivere totalmente in lui, facendo propria la sua volontà. Perché è sempre il peccato, di qualsiasi genere esso sia, che ci separa da Dio, spingendoci a rigettare il suo amore nel voler realizzare una nostra propria volontà opposta alla sua. E da quella sua «purezza assoluta» che proviene la potenza di Maria santissima su satana, il serpente infernale che per primo si eresse contro Dio, ribellandosi a lui. Divenne così «il divisore, il separatore per eccellenza», come dice l'etimologia del nome «diavolo». 
«Piena di grazia» è il nome che Maria possiede agli occhi di Dio, come ci rivela la scena dell'Annunciazione. E questo titolo indica tutta l'elargizione soprannaturale di cui Maria beneficia in relazione al fatto che è stata scelta e destinata a essere Madre di Cristo. Ed è un dono che Dio fece a Maria santissima e che lei ricevette come «primizia della Redenzione». 
A Maria, con il titolo di Immacolata, la Chiesa non riconosce solamente di essere «tutta santa e immune da ogni peccato», ma anche il fatto di essere adornata, fin dal primo istante della sua concezione, dagli splendori di una santità del tutto singolare, cioè quasi plasmata e resa nuova creatura dallo Spirito santo, rendendola pienamente conforme al progetto originario di Dio. La concezione immacolata e piena di grazia di Maria appare così come l'inizio della nuova creazione. E tutto questo fa di Maria una creatura di estrema bellezza, in quanto piena di Dio, bellezza in assoluto. Naturalmente si tratta di un privilegio personale concesso alla donna scelta per essere la Madre di Cristo, che inaugura il tempo della grazia abbondante, voluto da Dio per l'intera umanità. E questo privilegio ci ricorda che Maria è stata sempre e tutta del Signore e che nessuna imperfezione ha incrinato la perfetta armonia tra lei e Dio. La sua vicenda terrena, pertanto, è caratterizzata dallo sviluppo costante e sublime della fede, della speranza e della carità. Per questo, Maria è per i credenti il segno luminoso della misericordia divina e la guida sicura verso le alte vette della perfezione evangelica e della santità. 

Il terzo punto bianco si riferisce al Papa, oppure alla «Santità del Padre», come la Vergine chiama il vicario di suo Figlio, colui sul quale è edificata la Chiesa. E il papa porta l'abito bianco. 
Il vescovo di Roma succede a Pietro. Da lui eredita il compito di «confermare i fratelli nella fede» e il carisma della roccia-pietra che dà coesione, stabilità e sicurezza a tutta la Chiesa e soprattutto la certezza della verità divina rivelata. Gesù ha promesso a Pietro, e quindi anche ai suoi successori, uno speciale ruolo di guida, con la triplice metafora della pietra, delle chiavi e del «legare e sciogliere»
Il primato del papa implica una potestà piena, suprema e immediata su tutta la Chiesa: quando definisce la dottrina della fede, egli gode del dono dell'infallibilità. 
«Dove c'è Pietro, lì c'è la Chiesa», insegnava sant'Ambrogio. «Ecco la vera Chiesa», ribadisce Bruno, «la Chiesa che vive di Gesù Eucaristia, che riconosce in Maria Immacolata la Madre amatissima, che obbedisce e difende la "Santità del Padre". Amiamo il papa, conclude il veggente, e viviamo questa celeste unità d'amore e di obbedienza con Pietro. Chi non vuole viverla si oppone alla volontà di Cristo, che vuole i suoi "una cosa sola, perfetti nell 'unità" ».

«Questi sono i tre punti bianchi dell'amore e dell'unità, ed Ella desidera che siano particolarmente richiamati, conosciuti e vissuti da tutti con impegno costante, perché queste verità di salvezza, da sempre combattute nel mondo, lo saranno ancora di più in avvenire, con grandissimo danno delle anime». 

(tratto da La Bella Signora delle Tre Fontane pag 142 ss)

mercoledì 4 maggio 2016

La Coroncina Angelica

La storia di questa Coroncina non si può descrivere con poche parole, ma ha di bisogno di molto spazio e approfondimento.

Per far ciò mi avvalgo degli studi fatti in materia del Signor Carmine Alvino e pubblicate su "Il Segno del Soprannaturale n.330" delle Edizioni Segno - Dicembre 2015 - e successivamente pubblicato interamente sul web.

ATTIVITÀ ESPLETATA DALL’AUTORE PER CONOSCERE NOTIZIE SU ANTONIA D’ASTONACO, MEDIANTE INOLTRO DI NOTE A MEZZO P.E. E A MEZZO RACC.

Documento 1)
risposta dell’Archivio Segreto Vaticano:
“In merito alla Sua email del 25 u.s. La informo che da una verifica dei nostri inventari del fondo Congr. Riti, Processu non è risultato alcun riferimento alla Serva di Dio di Suo interesse: La invito a rivolgersi direttamente alla Congregazione delle Cause dei Santi con la speranza di un esito ben più proficuo”.

Documento 2)
Lettera Racc. inoltrata alla Congregazione Cause dei Santi e risposta della medesima congregazione.
“... La informo che tra la documentazione conservata nell’Archivio di questo Dicastero, non vi è nessun riferimento alla menzionata persona...”.


Documento 3)
Risposta informale ricevuta cortesemente delle suore carmelitane del monastero di Vetralla e concesse gentilmente all’autore http://www.carmelitanevetralla.it/. Domanda su chi fosse Antonia d’Astonaco e se ci fossero notizie su di lei nel monastero.
 “Molte persone ci rivolgono i medesimi quesiti, ma a tutte dobbiamo dare la stessa risposta: innanzitutto non ci consta con certezza che l’Antonia d’Astonaco fosse religiosa carmelitana. Di lei sappiamo quanto è possibile reperire da fonti comuni ma nulla di più. La devozione a San Michele Arcangelo sussiste da secoli nel nostro monastero, ma ciò è dovuto principalmente a una nostra monaca che in passato ottenne dal papa (tramite un familiare che lavorava presso la S. Sede) l’indulgenza per la recita della corona angelica”.



ELENCO SINTETICO
di alcune delle principali e più diffuse affermazioni inerenti la promotrice della corona angelica, c.d. Antonia d’Astonaco, largamente presenti in rete e su “TUTTI” i testi religiosi, da circa 200 anni.

Tutte le documentazioni che seguono, non avendo riferimento alla fonte diretta della prefata devozione angelica, sono da ritenersi pertanto “acefale”.

Ci limitiamo a citare la fonte con la menzione diretta del trafiletto su Antonia d’Astonaco contenuto al loro interno.


1. Il Segno dell’Esorcista, P. Rodari, G. Amorth - PIEMME - 2013
E san Michele continuò, e continua sempre, la sua missione, apparendo di tanto intanto, o di qua, o di là, in Italia... in Francia, al vescovo d’Avranches, a santa Giovanna d’Arco... in Portogallo, ad Antonia d’Astonaco.


2. Preghiere a S. Michele Arc. - Preghiere a Gesù e Maria
Michele, Principe della Milizia Celeste, durante un’apparizione alla serva di Dio Antonia d’Astonaco, in Portogallo


Questo pio esercizio venne rivelato dallo stesso S. Michele, Principe della Milizia Celeste, in un’apparizione alla serva di Dio Antonia d’Astonaco in Portogallo. Le disse voler essere venerato con Nove salutazioni corrispondenti ai nove Cori degli Angeli, seguite ognuna da un Pater e da tre Ave, concluse infine con quattro Pater: il primo ad onore suo, il secondo a S. Gabriele, il terzo a S. Raffaele e il quarto al nostro Angelo Custode.


Vénérable Antonia d’Astonac carmélite du monastère de Vetralla, diocèse de Viterbe (Italie) morte en odeur de sainteté en 1715: La vénérable Antonia d’Astonac (Antonia d'Astonaco) a reçu dans une apparition la révélation du chapelet de saint Michel et des grâces associées à sa récitation. cf. Curicque, Voix Prophétiques, Tome I, page 323-324.


5. San Michele su santi e beati, di Antonio Borrelli:
Apparendo ad una devota portoghese Antonia de Astonac, l’arcangelo promise la sua continua assistenza, sia in vita che in purgatorio e inoltre l’accompagnamento alla S. Comunione da parte di un angelo di ciascuno dei nove cori celesti, se avessero recitato prima della Messa la corona angelica che gli rivelò. I cori sono: Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù, Principati, Arcangeli ed Angeli.



La preghiera della “Corona angelica” trae origine dall’apparizione dell’arcangelo Michele, nel 1751, alla suora portoghese Antonia de Astonac. San Michele le promise continua assistenza a chi lo avesse onorato recitando quotidianamente la sequenza che egli stesso rivelò.



7. Il mondo segreto degli Arcangeli di Cinzia di Cianni - Oscar Mondadori, 2013:
Nel 1751, invece, Michele era apparso alla serva di Dio Antonia d’Astonac, una carmelitana portoghese, alla quale aveva ... Nel 1851, la rivelazione e la speciale preghiera comunicata ad Antonia furono approvate senza indugio da papa Pio IX.


8. Presepe. I personaggi della tradizione piemontese. Storia, curiosità, costumi, fede, attività, usanze, leggende e superstizioni delle Genti del Piemonte, 2008:
Comparendo egli alla gran Serva di Dio, e sua divota Antonia d’Astonaco in Portogallo, le disse voler egli esser venerato con nove Salutazioni, corrispondenti all’i nove Cori degli Angeli



9. Our Sunday's Visitors Encyclopedia of Catholic Devotions and Practices di Ann Ball, 2005
A chaplet in honor of the Archangel Michael and the angels based on private revelations to Antonia d’Astonac, a Portuguese Carmelite, in 1751.



10. A Litany of Saints. (Huntington, Indiana: Our Sunday Visitor Publishing Division, 1993):
This chaplet originated in 1751 when St. Michael appeared to a devout Portuguese Carmelite, Antonia d’Astonac.




11. Les Annales du Mont Saint-Michel, 1938:
Une pieuse personne, nommée Antonia d’Astonac eut une apparition Au glorieux archange: «Je veux, lui dit Saint Michel, que tu répètes, neuf foi» en mon honneur un PATER et trois AVEj en union avec chacua les neuf choeurs des Anges.


12. Sixième Congrès Marial Internationaò de Trèves,1913:
Une tradition pieuse rapporte que, apparaissant un jour à une grandeseryante de Dieu, Antonia d’Astonac, en Portugal, saint Michel lui dit qu’il voulait être révéré par neuf salutations correspondant aux neuf choeurs des ange


13. Noveau Manuel des Pelerin au Mont-Saint-Michel: Recueil de Cantiques et de Prieres au Saint Archange - Les RR.PP. Missionnaires (Mont-Saint-Michel - Manche), 1896: 
Promesses du Saint Archange dans une apparition à une illustre servante de Dieu, toute dévouée au culte du glorieux saint Michel Antonia d’Astonac, en Portugal, ce sainl Archange lu 1 déclara qu’il voulait que l’on composât en son honneur neuf salutations correspondant aux neuf choeurs  des Anges


14. L’Âme Sainte embrasée d'un ardent Amour pour Jésus, Gabriel-Marie Fulconis, Fourot, 1891: 
De plus, il promit à qui réciterait chaque jour ces neuf salutations, son assistance continuelle et celle des saints anges pendant la vie, et, pour eux ... (Vie de la servante de Dieu A. dAstonac, liv. III, ch. LXXIV). Indulgences accordées à ceux qui récitent la couronne angélique


15. La Croix (Paris), 1885 - Periodico:
Donc, suivant l’historien de la bienheureuse Maria d’Astonac, saint Michel lui dit Je veux que tu récites en mon honneur un Pater et trois Ave, que tu répéteras neuf fois en union avec chacun des neuf choeurs des Anges


16. Polybiblion. Revenue Bibliographique Universelle, Henry Stein - Aux Bureaux de la revue B.R. Antonia d'Astonac, 1880: 
La bienheureuse Antonia d’Astonac, morte vers 1750 était carmélite au monastère de Vetrolle, diocèse de Literbe. Sa vie a été récits. On demande quand, par qui et quel éditeur?


17. 1876 circa Les petits Bollandistes : vies des saints (7e Édition Revue et Corrigée et Corrigée et Considérablement Augmentée - Chapelet Angélique en l'honneur de Saint Michel Archange & E., Paris : Blound et Barral, 1876:
D’après une pieuse tradition, l’archange saint Michel déclara à une personne relieuse qu’il verrait avec plaisir mettre en usage une prière particulière en son honneur et en celui de tons les anges du ciel, et qu’il récompenserait ceux qui pratiqueront cette dévotion, de faveurs spéciales dans les besoins publics, surtout de l’Eglise catholique puistère de Vetralla, au diocèse de Viterbe, morte en odeur de sa.uteté fan n 5t, fit ses délices de cette forme de prière, appelée vulgairement Chapelet angélique. A la demande des religieuses de ce monastère, ...


18. 1872 Signes et Apparitions Prophétiques, J.M. Curique, 1872:
Apparaissantun jour, lisons-nous dans la Notice de cette dévotion, imprimée en 1860, à Lorette, avec permission de l'Ordinaire, apparaissant à la grande servante de Dieu, Antonia d’Astonaco en Portugal, qui lui était très-dévouée, il lui dit il lui dit qu’il voulait être révéré par neuf salutations correspondant aux neuf choeurs des Anges, salutations qui consisteraient dans la récitation d’un Pater et de trois Ave en l’honneur des trois hiérarchies angéliques, et qui se termineraient à la dernière des neuf salutations, par quatre Pater, le premier en son honneur, le deuxième en l’honneur de saint Gabriel, le troisième à saint Raphaël, et le quatrième à l’Ange Gardien - C’est là ce qui est rapporté dans la vie de la vénérable Antonia d’Astonapo, livre II, chapitre 74.

19. Analecta ecclesiastica Vol. XXX, Roma, 1859:
Ce culte spécial envers S. Michel et les saints anges fut révélè, dit-on, à une religieuse portugaise, nommée Antonia d’Astonac, qui reçut en même temps la promesse que tous ceux qui embrasseraient cette pieuse pratique seraient secourus

PRIMA CONSIDERAZIONE


Resoconto delle Informazioni presenti in rete e sui testi letterari da circa 200 anni.

Dalle fonti testé citate si apprende inopinatamente che:

1) Antonia d’Astonaco è portoghese
2) Antonia d’Astonaco ha ricevuto la corona in Portogallo
3) Antonia d’Astonaco era una carmelitana portoghese
4) Antonia d’Astonaco era una venerabile carmelitana del Monastero di Vetralla diocesi di Viterbo.
5) Antonia d’Astonaco era serva di Dio
6) Antonia d’Astonaco era beata
7) Antonia d’Astonaco si chiamava in realtà Maria
8) Antonia d’Astonaco è morta nel 1715
9) Antonia d’Astonaco è morta nel 1751

Dalle fonti testé citate si apprende CHE esisterebbe un libro della vita di Antonia d’Astonaco, dove l’apparizione è narrata

1) libro II, capitolo 74
2) libro III, capitolo 74



Ebbene TUTTE le informazioni, testé citate non sembrano, almeno al momento, corrispondere al VERO o al più a fonti documentalmente fondate!

Difatti:

1) ANTONIA D’ASTONACO NON ERA CARMELITANA
2) ANTONIA D’ASTONACO NON ERA PORTOGHESE
3) ANTONIA D’ASTONACO NON È MORTA DEL 1715
4) ANTONIA D’ASTONACO NON È MORTA NEL 1751
5) ANTONIA D’ASTONACO NON È MAI APPARTENUTA AL MONASTERO DI VETRALLA
6) ANTONIA D’ASTONACO NON ERA SERVA DI DIO, NON ERA BEATA, NON ERA VENERABILE E NON ERA DEVOTA DI SAN MICHELE.
7) NON ESISTE ALCUN LIBRO DELLA VITA DI ANTONIA D’ASTONACO, MA SOLO UNA PAGINA MANOSCRITTA.


CHE COSA È LA CORONA ANGELICA


La tradizione devozionale legata al culto di San Michele Arcangelo conosce da diversi secoli uno straordinario strumento per lucrare numerose indulgenze al Gran Principe, la c.d. “Corona Angelica”.

Si tratta di un piccolo Rosario formato da nove poste, ciascuna delle quali composta da tre grani per le Ave Maria, preceduti da un grano per il Padre Nostro. Quattro grani finali, che precedono la medaglia con l’effigie di San Michele Arcangelo, richiedono la recita di quattro Padre Nostro in onore dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele e del Santo Angelo custode.

(...Segue la Corona Angelica...)

Questo pio esercizio, oggi molto noto, ha origini antichissime che sembrano perdersi nei meandri dei secoli.

Si narra che sia stato donato, in passato, ad Antonia d’Astonaco, religiosa portoghese, per molti appartenente all’ordine del Carmelo, da San Michele in persona, e poi che sia giunto fino a noi, attraverso vie non ben precisate.

Tuttavia, ogni fedele che abbia inteso conoscere qualcosa in più su questa suora, saprà certamente di trovarsi di fronte ad un dilemma storico-religioso davvero singolare.

Risulta difatti impossibile risalire concretamente anche alla più piccola informazione che possa riguardare questa devota, la cui nascita, rivelazioni miracolistiche e apparizioni appaiono del tutto smarriti.


LA STORIA
(o le storie)

Come il lettore potrà vedere, non esiste una storia della Corona Angelica, bensì la storia “delle Corone Angeliche”.

Difatti, sono almeno 4 le variazioni di questo esercizio che emerge nel corso dei secoli.   Abbiamo cercato di raccogliere tutte le principali documentazioni su questa corona, in modo da chiarire al lettore una volta per tutte quale sia la tradizione devozionale su questo esercizio.

Ma andiamo con ordine:

1) 1550-1590 La Proto-Corona Angelica di Padre Serafino Razzi nata a Lucca:

La proto-storia della corona angelica avviene e sorge in ambiente domenicano.

Infatti la prima notizia che si è potuta riscontrare di questa devozione risale agli ultimi decenni del 1500, quando padre Serafino Razzi, teologo di gran fama, citato nella biblioteca Treccani, appartenente all’ordine dei predicatori, scrive un’opera in 5 Libri denominata “Della Corona Angelica” Lucca 1599 presso Busdraghi.

Tale opera risulta essere, come è in effetti, citata dal padre Vittorio Pascucci nella scheda bibliografica allegata ad un lavoro su San Giovanni Leonardi, presente in quel di Lucca.

Traccia di questo esercizio viene infine inserito dallo stesso p. Serafino Razzi in un’altra opera chiamata: “Sermoni predicabili dalla prima domenica dell’Avvento, fino all’ottava di Pasqua di resurrezione” 1590, al Sermone Secondo: “Salutate Mariam” in cui dice:
“si dee nel terzo luogo salutare frequentemente (Maria n.d.a.): onde alcuni la salutano con la corona degli Angeli di nove Ave Marie con le sue nove benedizioni”.

Una recitazione di nove Ave Maria, dunque, per i nove cori degli Angeli: devozione questa molto diversa dalla Corona Angelica che oggi noi conosciamo, perché essa si recitava per la Vergine Maria.


2) 1655 La Prima “Corona Angelica” di Vincenzo Cestari e dei PP. Domenicani detta anche “Corona degli Angeli”.

La Corona Angelica riappare, nelle forme in cui la conosciamo, per la prima volta, almeno dai documenti rinvenuti, nel 1655, per opera dei padri domenicani Hyacinthe Serrao e Vincenzo Cestari.

Siamo venuti in possesso di uno stralcio, forse l’unico esistente, della pagina originale del famoso cap. 74 del secondo libro della vita ed è il primo documento in cui appare il nome di Antonia d’Astonaco.

Il brano è presente nel “Direttorio e prontuario utilissimo per l’essercitio della santa missione” di Hyacinthe Serrao, edito nell’anno 1688, a pag. 170.

In questo capitolo, che si dice “estratto direttamente dalla vita della suora”, questa corona è chiamata “Corona degli Angeli” e la fonte recita come segue:

“Corona degli Angeli, rivelata dal Gloriosissimo Principe S. Michele alla Beata Antonia di Astonaco, come leggesi nella sua vita al cap. 74 inserita in questo Direttorio, ad istanza del Dottor fisico Vincenzo Cestari di Montesano, al presente habitante nella Sagra Certosa di S. Lorenzo della Padula.
Questa Corona è di nove poste, corrispondente alli nove Chori degl’Angeli, ogni posta un Pater Noster e tre Ave Maria; mercé che l’esercito Angelico sta diviso in tre Gerarchie , al fine si dicono quattro Pater Noster.
II primo in honor di S. Michele. Il secondo in honor di S. Gabriele, il terzo in honor di S. Raffaele, & il quarto in honor dell’Angelo della Pietà.
Chi reciterà la detta Corona avanti la Communione, sarà alla Communione accompagnato da nove Angeli da ciascuno Choro Angelico e dal pretiosissimo Sangue del dolcissimo Christo, li sarà lavata la faccia dell’anima, per degnamente communicarsi. Chi reciterà la detta Corona ogni dì, sarà in morte aggiutato, e consolato dal medesimo numero degl’Angeli, quali con la loro efficace protezione l’otteneranno la liberatione dalle pene dell’Inferno; e del Purgatorio. In oltre, se alcuno la reciterà ogni dì, tutti li suoi parenti, quali si trovano in Purgatorio, saranno nove volte il giorno visitati dagl’Angeli, e consolati. Stampata in Trani da Lorenzo Valerii 1655. con licenza de Superiori; e di nuovo ristampata in Trani nel 1664”.

  
3) 1671 La Corona Angelica di Suor Maria Felice Spinelli (+ 24 gennaio 1682) - Fondatrice e Prima Abadessa (1671-1677-1680) del Convento delle Cappuccine di Santa Maria degli Angeli nell'Isola delle Grazie di Venezia:

Qualche anno più tardi, notizia della corona angelica si rinviene nella biografia di Suor Maria Felice Spinelli (1621 1682) francescana cappuccina.

Traiamo dalla Biografia “Vita della Serva di Dio Suor Maria Felice Spinelli – fondatrice e badessa del Monastero delle suore Cappuccine di Santa Maria degli Angeli (detta anche delle Grazie) a Venezia scritta da Tommaso Baldassini, Venezia 1752”, un’ulteriore circostanza che, nel secolo XVII° molti monasteri usavano far circolare dei foglietti, promuovendo questo pio esercizio all’attenzione dei fedeli. A pag. 112 del testo si dice che:
“… Verso i Santi Angeli era tanto ossequiosa, che bramando efficacemente distenderla agli altri si applicò al pio costume introdotto in altri monasteri della Serafica Religione, di distribuire le Coronette degli Angioli” la quale corona fu rivelata da San Michele Arcangiolo alla beata Antonia d’Astonaco, conforme nella sua vita apparisce. E perché vedeva il frutto notabile che se ne ritraeva stabilì alcune sorelle per la coltura di certi grani, che a questo fine facea piantare nell’orto, il che ancora si continua…”.

Siccome Suor Maria Felice fondò il Monastero delle Grazie nel 1668, su concessione del S. Pontefice Paolo V, e lo stesso fu abitato nel 1671 quando furono ivi introdotte le prime 10 Vergini e Suor Maria Felice fu chiamata per prendere incarico di Badessa.


4) 1675 La Corona Angelica DICHIARATA Falsa e Inventata dal Cardinale Caracciolo (Rif. Manoscritto n° 109 de la Serie II dell' c.d. A.G.O.P. (Archivio Generalizio dell'Ordine dei Predicatori, dei Frati Domenicani):

La Corona ricompare a Napoli nei primi anni del XVII secolo, tale circostanza è riportata in un seminario di Studi dei Padri domenicani chiamato:

Praedicatores, Inquisitores II, Los Dominicos y la Inquisición en el mundo ibérico e hispanoamercano. Actas del 2º Seminario internacional sobre los Dominicos y la Inquisición, Sevilla, 3-6 de Marzo de 2004 di Arturo BERNAL PALACIOS OP, Roma 2006.

ma solo per essere dichiarata un clamoroso falso storico religioso e devozionale dai padri inquisitori, come risulta dalla nota a pag. 463.

Infatti, all’interno del seminario trova spazio una relazione di p. Lázaro Sastre Varas OP, chiamata: “De jueces a reos. Dominicos procesados por la Inquisición (1527-1621) según el Ms 109 de la Serie II del A.G.O.P.”, 439-468 – da giudici a rei. Padri Domenicani processati dall’Inquisizione.

A Roma, presso l’Archivio Generale dell’Ordine dei Predicatori sarebbe conservato un manoscritto, il c.d. n. 109, così descritto (445-447), e datato 1672, d’origine italiana , che contiene l’elenco dei frati domenicani che erano stati accusati innanzi al Tribunale dell’Inquisizione.

Tra i frati accusati, ve ne erano alcuni napoletani, che avrebbero  originato la falsa devozione alla Corona Angelica.

Ecco cosa dice la fonte:
“… Il 24 di ottobre, il Cardinale Caracciolo, Arcivescovo di Napoli si imbatté in tale scritto: in una nuova Devozione Chiamata Corona dell’Angelo, rivelata dall’Arcangelo San Michele alla “Beata” Antonia di Astonaco, propagata per mezzo di un foglio che prometteva una pioggia innumerevole di tutte le grazie che assicurava. Erano promotori di questa devozione alcuni frati domenicani napoletani. Esaminata la devozione e le grazie che assicurava, si preferì consultare il Santo Offizio che la contestò il 7 dicembre 1675. Il cardinale pubblica uno scritto nel quale condanna con le pene inquisitoriali tutti coloro che recitino in privato o in pubblico una simile devozione, a colui che pubblichi il detto foglio o promuova la inventata devozione…”.


5) 1700 La “Vera” Corona Angelica o Corona di Suor Maria Colomba Leonardi:

Come abbiamo visto, secondo la nota testé riferita, dunque, questa preghiera fu proibita dal Cardinale Caracciolo il quale aveva condannato un foglietto che riportava il c.d. Capitolo II della Vita di Antonia d’Astonaco, quello ove l’Arcangelo Michele avrebbe concesso le grazie alla corona, se recitata.

Mezzo secolo dopo pare ritornare questa preghiera a Vetralla, diocesi di Viterbo, nel monastero carmelitano della città, perché promossa questa volta da una pia suora in odore di santità, Suor Maria Colomba Leonardi.

La descrizione della storia di questo nuovo Rosario degli Angeli, che chiameremo “Corona di Maria Colomba Leonardi”, per distinguerla dalla precedente, è ben descritta dal dotto studioso e cavaliere Gaetano Moroni nel suo “Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni” secondo cui:

“In Vetralla nella piazza della Rocca sorge la chiesa e la maestosa fabbrica del monastero delle monache carmelitane di santa Maria Maddalena, che rendono onore alla città per la fama dell’osservanza religiosa in cui vivono. Fiorirono tra di esse molte religiose segnalate in virtù dalla fondazione del monastero a oggi, tra cui meritano ricordo suor M. Colomba, per la quale custodita e tramandata a noi si propagò nella Chiesa la Corona Angelica di s. Michele Arcangelo, approvata e arricchita di molte indulgenze dal Papa Pio IX; e suor M. Minima di Gesù, morta in odore di santità di 66 anni alla presenza del b. Paolo della Croce che volle pure assistere allo sua tumulazione”.

P. Stefano Possanzini, poi, nel libro “Il monastero Monte Carmelo di Vetralla” 1982, dice con riguardo a questo pio esercizio:  
“Fin dai primi tempi fu coltivata nel monastero una particolare devozione all’arcangelo San Michele, praticata per mezzo della recita della Corona angelica: è costituita da nove salutazioni, corrispondenti ai nove cori angelici, intercalate da un Pater e tre Ave; alla fine si aggiungono quattro Pater in onore di ciascuno dei tre arcangeli e del proprio angelo custode. Tale forma di devozione viene dal Portogallo. Si dice che San Michele l’abbia rivelata alla sua devota Antonia d’Astonac, a cui promise che, chi l’avesse recitata avanti la comunione eucaristica, avrebbe avuto per compagno in questo atto un angelo di ogni coro angelico.Inoltre chi la recita quotidianamente otterrà in vita l’assistenza di San Michele e dei santi angeli; e dopo morte, la liberazione dell’anima sua e dei suoi parenti dalle pene del purgatorio. Non si sa come questa devozione sia arrivata al monastero, ma è sempre stata molto praticata; e il monastero stesso se n’è fatto propagatore.


6) 1851 La Corona “Indulgenziata” di Suor Maria Felice Spinelli (1789-1850)

Nel 1851 le monache la fecero indulgenziare dal papa Pio IX: una religiosa, di nome suor Maria Felice Spinelli, chiese l’aiuto al proprio fratello, impiegato presso il Governo Superiore.


[Interessante notare che in questa particolare "storia" della Corona Angelica ben 2 Suore abbiano lo stesso identico nome: Suor Maria Felice Spinelli (qui), la Fondatrice e Prima Abadessa del Convento delle Cappuccine di Santa Maria degli Angeli nell'Isola delle Grazie di Venezia e questa Suor Maria Felice Spinelli, anch'ella Fondatrice dell’Istituto delle Suore Agostiniane Serve di Gesù e Maria a Frosinone (qui)].


Superate varie difficoltà, il Sostituto della Sacra Congregazione dei Riti, Mons. Domenico Gigli, in data 6 agosto 1851 risponde a suor Marianna Felice, il cui fratello aveva fatto istanza, che Sua Santità si riservava di osservare e conoscere il modello della Corona… e ha rimesso la revisione, approvazione e le annesse indulgenze alla Sacra Congregazione dei Riti per sua espressa volontà.

L’8 agosto il card. Luigi Lambruschini, prefetto della Congregazione, firma il decreto di approvazione, in cui sono specificate le indulgenze sia parziali che plenarie. Lo stesso 8 agosto il Segretario della Congregazione, Gasparo Fatati, scrive in via privata alla suora, dandole la bella notizia che il papa aveva concesso tutte le indulgenze richieste, dopo una prima decisione di concederne soltanto in parte; ed egli stesso aveva visto il decreto firmato dal cardinale Prefetto.

Anzi, le anticipa la conoscenza dello stesso decreto, traducendoglielo per esteso dal latino.

Inoltre per sua soddisfazione le invia il libretto, contenente la storia, la forma della devozione approvata e le indulgenze annesse, perché lo possa vedere subito; e aggiunge che lui stesso passerà fra giorni al monastero per ritirarlo e presentarlo quanto prima al Maestro dei Sacri Palazzi per la necessaria approvazione prima che sia dato alle stampe. Successivamente le monache chiedono al Santo Padre che le indulgenze, già concesse, siano applicabili ai defunti; e il card. F. Arquini, Prefetto della Sacra Congregazione delle Indulgenze, l’ottiene vivae vocis oraculo nell’udienza del 24 settembre 1851. 
L’8 settembre dell’anno seguente la Sacra Congregazione dei Riti comunica alle monache che il papa ha accolto la loro richiesta di far lucrare le medesime indulgenze a quei fedeli che, non sapendo leggere le salutazioni, recitano i Pater e le Ave. 
Infine, il 3 settembre 1868, Pio IX concede l’indulgenza plenaria – alle solite condizioni – anche a chi visita la chiesa delle Carmelitane di Vetralla nella festa di San Michele arcangelo o in uno dei giorni immediatamente precedenti o seguenti; anche questa indulgenza è applicabile ai defunti”.


PRIME CONCLUSIONI

Riassumendo dunque la questione, è giusto specificare che, diversamente da quanto riportato dalle fonti largamente presenti su internet o su alcune pubblicazioni letterarie, anche antiche, a morire nel 1751 (e non ancor più erroneamente nel 1715) non fu Antonia d’Astonaco, bensì la pia Suor Maria Angela Colomba Leonardi, che lasciò in eredità la corona angelica di consorella in consorella fino a giungere a Suor Maria Felice Spinelli [II], la quale riuscirà a far pervenire la sacra devozione al Papa, Pio IX e a farla indulgenziare.

Fu dunque la Maria Angela Leonardi la vera propugnatrice della Corona Angelica. .
La suora aveva pregato a lungo, che cento anni dopo la sua morte si supplicasse il Sommo Pontefice a voler pubblicare nella Chiesa l’orazione della Corona Angelica, poiché così pregato il s. Arcangelo, avrebbe difeso la Chiesa nei suoi bisogni.

Difatti nel 1851 vi riuscì proprio la suddetta Suor Maria Felice che operò affinché si portasse alla cognizione del Papa regnante, tramite l’illustre concittadino sacerdote d. Gio. Battista Fratejacci, questo sacro esercizio.

In conseguenza fu stampato il libretto: La Corona Angelica in onore del glorioso s. Michele Arcangelo, Roma pel Puccinelli 1852

D’allora in poi si contano ormai da 50 a 60 edizioni.

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Questa la Storia della Corona Angelica, che va dal XVI secolo al XIX secolo e che tra alti e bassi, si risolve con l'Approvazione Ecclesiastica con annesse Indulgenze.
Abbiamo notato che non è nata dopo "apparizioni" di san Michele Arcangelo, alla presunta Antonia d'Astonaco.
E le promesse? Per le promesse c'è però un risvolto in positivo, forse anche perché san Michele Arcangelo l'ha intercesso per noi dal Cuore di Dio.

Ma facciamo attenzione che cosa ci dice di queste promesse un'anima del Purgatorio. Leggiamolo ...
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7) SEC. XIX Suor Maria della Croce e il Manoscritto del Purgatorio:

Nel 1800, la Corona Angelica viene ancora una volta nominata in un manoscritto, mistico profetico, segnalatoci da un gentilissimo lettore.

Il manoscritto, rimesso alla Direzione del “Bulletin de Notre-Dame de la Bonne Mort” (Tinchebray - Orne - Francia), da un Sacerdote missionario, concerne le relazioni d’una Religiosa con un’anima del Purgatorio.  Confidente di tale anima  è Suor Maria della Croce, al secolo Elisa Sofia Clementina Hébert (1840- 917), della diocesi di Coutances.

Suor Maria della Croce parla della forza della Corona Angelica nel suo Manoscritto come segue.

Alla domanda “Le promesse fatte a coloro che recitano la corona di San Michele sono vere?”

Così risponde: 
Le promesse son reali; solamente non bisogna credere che le persone, che la recitano meccanicamente e senza curarsi della loro perfezione, vengano immantinente liberate dal Purgatorio. Sarebbe falso. San Michele fa anche più di quanto prometta, ma non porta via sì presto dal luogo d’espiazione coloro che devon scontare la pena d’un lungo Purgatorio. Certo è che in ricordo della loro devozione al santo Arcangelo le loro pene sono abbreviate; ma quanto ad esser rimessi in piena libertà, questo poi no! Io che la recitavo, posso servirvi d’esempio. La liberazione immediata ha luogo solo per le persone che hanno lavorato con coraggio alla loro perfezione e che han poco da espiare nel Purgatorio...”.

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Questo è quanto ci vien dato da sapere per quanto riguarda le presunte "Promesse", di altro non ci è dato sapere!
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8) 1894 LA NUOVA CORONA ANGELICA DEL BEATO BARTOLO LONGO DEDICATA AI SETTE ARCANGELI.

Senonché nel 1894 fu pubblicato un libricino per propagarne la pratica dall’avv. Bartolo Longo, che vi aggiunse altre preghiere per devozione all’arcangelo San Michele che, in quegli anni, era stato proclamato Patrono e Difensore del Santuario del Rosario e della Nuova Pompei.

Il testo del libretto è: “La corona angelica in ossequio di San Michele Arcangelo custode del santuario di Pompei con nove invocazioni in apparecchio delle sue feste”.

La Corona del Beato Bartolo Longo è davvero singolare, perché è dedicata a tutti i Sette Santi  Arcangeli.  Il pio propugnatore del SS. Rosario, devotissimo a tutti e Sette gli Assistenti divini, propone una variante della preghiera, aggiungendo alle 4 canoniche recite dei Pater in onore di S. Michele, S. Gabriele e S. Raffaele e dell’Angelo custode anche altri 4 Gloria Patri in onore dei restanti altri quattro Spiriti innanzi al Trono di Dio.

[Oggi sappiamo che, pur non togliendo nulla alla santità del Beato, la Chiesa ha sempre condannato l'uso dei nomi degli Arcangeli, all'infuori dei tre menzionati nella Sacra Scrittura!n.d.a.]

9) 1900 La Corona Angelica della Serva di Dio Giuseppina Berrettoni:

Vi è da dire che in questa forma particolare, la Corona Angelica fu venerata da un’altra Serva di Dio, in odore di santità, Giuseppina Berrettoni (1825 – 1927). 

Riferisce Pio Antico, nella terza parte (p. 114 e ss.) e nell’appendice del suo libro “Vita di Giuseppina Berettoni” che (riportiamo un sunto dell’autore degli elementi più importanti):

“S. Michele indica a Giuseppina la Corona Angelica quale preghiera da recitare onde Iddio conceda a quel Pontefice il lume necessario pel quale veda e comprenda lo scopo dell’Opera di cui lo stesso Arcangelo le aveva parlato così chiaramente”.
 A proposito della Corona Angelica, pratica devota gradita a S. Michele Arcangelo, il Principe della Chiesa, dopo avere ordinato a Giuseppina, quel giorno 17 settembre 1909, di fare la novena in preparazione della sua festa (il 29 di settembre), così proseguì:

Tu devi curare ch’essa sia recitata da quante persone ti sarà possibile, specialmente da persone consacrate a Dio; e ciò al fine che Iddio conceda al Sommo Pontefice lume per conoscere lo scopo dell’Opera di cui t’ho parlato.

- Ma io - gli fece notare Giuseppina - sono povera per poter sostenere la spesa delle Corone Angeliche da distribuire.

Per risolvere tale difficoltà l’Arcangelo le consigliò di andare da Matilde Mariani, sua devota. Come infatti avvenne. - Essa - le assicurò - ti darà molti di quei libretti.
Circa la preghiera ‘Ti saluto’:

- Della stessa - le ordinò l’Arcangelo - dovrai far stampare dodicimila copie, perché c’è un nesso tra l’Opera di cui t’ho parlato e le tante persone - cioè moltissime - che dovranno iscriversi a quest’Opera.
 

- Ma - obiettò Giuseppina - il tempo di due giorni per incominciare la novena è breve.

- Il tempo è per voi - rispose S. Michele, che verso la fine del colloquio le promise:

- Benché in avvenire la mia presenza non ti sarà sensibile, tuttavia la mia spada sarà sempre con te!
Giuseppina ne ebbe una sicurezza tale che nulla più ella temeva. Terminata la novena, Giuseppina venne a sapere che per le preghiere distribuite e la stessa novena si era indebolita la forza del demonio mentre quella dell’Arcangelo si era moltiplicata. Questi aveva ottenuto molte vittorie e più persone consacrate avevano ceduto alla grazia, talmente che la novena di preghiere doveva essere fatta di nuovo dalle stesse persone. - Preghiera! - era l’invito che le veniva ripetuto - Preghiera! Preghiera!
- Tu devi recitare ogni giorno tale Corona che hai trascurata.

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CONSIDERAZIONI FINALI

L’indagine non è terminata ed ancora molti enigmi si devono risolvere. Stiamo attendendo che Padre Sastre che abbiamo contattato ci delucidi sulla circostanza segnalata nel suo intervento al seminario di studi di p. Arturo Maria Bernale.

Speriamo, attendendo che qualcuno si degni finalmente di esibirci, se esiste, questa vita di Antonia d’Astonaco, di aver dato al lettore tutti gli strumenti utili per fare chiarezza su questa devozione, che, allo stato non risulta chiaramente originata, da un reale fenomeno mistico.


Fin qui tutta la storia della Corona Angelica.

Quindi per riepilogare:

1° - La Corona Angelica non fu rivelata ad Antonia d'Astonaco;
2° - Antonia d'Astonaco sembra non sia mai esistita;
3° - La prima volta che compare la Corona Angelica molto simile/quasi identica nella forma attuale, con storia e promesse, fu nel 1655, quindi più di un secolo prima della presunta Antonia d'Astonaco;
4° - Venti anni dopo, nel 1675, la Corona Angelica, insieme alla sua "storia" e promesse, venne condannata dalla Santa Inquisizione, così come condanna, sotto pena inquisitoriali, sia chi la pubblica/diffonde, sia chi la recita privatamente o pubblicamente;
5° - La Corona Angelica che conosciamo oggi fu creata da
Suor Maria Colomba Leonardi (al secolo Maria Cristina, n. 1685 - m.1751);

6° - Questa nuova Corona Angelica, venne approvata ed indulgenziata, sotto Pio IX grazie all'interessamento di Suor Maria Felice Spinelli, nel 1851;
7° - Questa Corona Angelica la si può recitare sia privatamente che pubblicamente;
8° - Le famose "promesse", come già detto, furono condannate dalla Santa Inquisizione, nel 1675;
9° - Suor Maria della Croce, riceve da un'anima del Purgatorio, la meravigliosa risposta sulle "promesse", da un'anima del Purgatorio. Con ciò non si sta dicendo che le "promesse" sono veramente reali. Solamente quando la Chiesa studierà la figura e gli scritti di questa Serva di Dio (potete leggere di lei qui, possiamo considerare queste "promesse" vere o false);
10° - Cerchiamo di recitare spesso (o quotidianamente) detta Corona Angelica, diffondendo la sua vera storia, sicuri che si fa una cosa assai gradita a Dio e a san Michele Arcangelo;
11° - Anche se quelle promesse si dovessero rivelare un falso, continuiamo ad avere fiducia nella protezione e nell'intercessione di San Michele, sicuri che, se non quelle stesse promesse, ci verranno accordati le grazie che con la recita di questa Coroncina noi chiediamo, memori delle Parole di Cristo “tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato” (Mc 11,24).



LA CORONA ANGELICA

+ In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

- O Dio, vieni a salvarmi. 
- O Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo,
- Come era in principio, e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia;
- Affinché non periamo nel tremendo giudizio!

I Invocazione
Ad intercessione di San Michele Arcangelo e del celeste Coro dei Serafini, il Signore ci renda degni della fiamma di perfetta carità. Amen! (Un Pater e tre Ave)

II Invocazione

Ad intercessione di San Michele Arcangelo e del celeste Coro dei Cherubini, voglia il Signore concederci la grazia di abbandonare la via del peccato e seguire quella della perfezione cristiana. Amen. (Un Pater e tre Ave)

III Invocazione
Ad intercessione di San Michele Arcangelo e del celeste Coro dei Troni, il Signore infonda nei nostri cuori lo spirito di vera e sincera umiltà. Amen. (Un Pater e tre Ave)

IV Invocazione
Ad intercessione di San Michele Arcangelo e del celeste Coro delle Dominazioni, voglia il Signore concederci la grazia di dominare i nostri sensi e correggere le nostre corrotte passioni. Amen. (Un Pater e tre Ave)

V Invocazione

Ad intercessione di San Michele Arcangelo e del celeste Coro delle Potestà, il Signore di degni di proteggere le nostre anime dalle insidie e dalle tentazioni del demonio. Amen. (Un Pater e tre Ave)


VI Invocazione
Ad intercessione di San Michele Arcangelo e del celeste Coro delle Virtù, non permetta il Signore che cadiamo nelle tentazioni, ma ci liberi dal male. Amen. (Un Pater e tre Ave)

VII Invocazione

Ad intercessione di San Michele Arcangelo e del celeste Coro dei Principati, il Signore riempia le nostre anime dello spirito di vera e sincera obbedienza. Amen. (Un Pater e tre Ave)


VIII Invocazione

Ad intercessione di San Michele Arcangelo e del celeste Coro degli Arcangeli, voglia il Signore concederci il dono della perseveranza nella Fede e nelle opere buone. Amen. (Un Pater e tre Ave)

IX Invocazione
Ad intercessione di San Michele Arcangelo e del celeste Coro degli Angeli, il Signore si degni di concederci di essere custoditi da loro nella vita presenta e da loro introdotti nella gloria dei Cieli. Amen. (Un Pater e tre Ave)

Un Pater in onore di San Michele
Un Pater in onore di San Gabriele
Un Pater in onore di San Raffaele
Un Pater in onore dell'Angelo Custode


Questa è la vera Forma della Corona Angelica, alcuni siti o libri devozionali, aggiungono altre orazioni o anche le Litanie di San Michele Arcangelo, come parte della stessa, ma così non è!
Questa è la pura e semplice "Corona Angelica" così come Approvata dalla Chiesa e Indulgenziata da Pio IX.
Altre forme non sono Approvate dalla Chiesa.
Le altre preghiere che si suole aggiungere, possono essere pregate in altri momenti della giornata, come preghiera incessante.

A.M.G.D.
e degli Angeli!